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Autore Il seme della discordia
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 07-09-2008 11:04  
Trama: Veronica è la bella e decisa proprietaria di un negozio di abbigliamento, assistita dalla giovane commessa evanescente Nike e ossessionata dalla madre che richiede a più riprese di avere un nipotino. Il marito Mario è sempre via per lavoro, ma Veronica non nutre nessun dubbio particolare su di lui. Una sera, mentre torna a casa dopo il lavoro, viene assalitata da due uomini ma salvata dal custode Gabriele. Lei tace il fatto con i familiari, ma scopre di essere incinta proprio nel momento in cui a Mario viene diagnosticata l'infertilità. Per la verace donna mediterranea i guai e i problemi sono appena cominciati, come le numerose domande che si pone su chi possa essere il padre.

Tratto da una novella di Heinrich von Kleist. Era dal dal 2001 con Chimera che il regista napoletano Pappi Corsicato non girava un film; ora torna con questa storia di maternità desiderata ma purtroppo non giunta dalla persona giusta, partecipando in concorso all'attuale festival di Venezia. Il seme del titolo è la creatura che Veronica attendeva con desiderio, che porta scompiglio nella sua vita. Lei è la bella e verace donna meridionale (interpretata dalla splendida bellezza Caterina Murino, ex-Bond girl, inquadrata da ogni possibile angolazione e con presente una scena sotto la doccia nude look retro) che gestisce un negozio di vestiti e sogna di ampliare la sua attività in un nuovo mega locale (il concept, come lo chiama lei).
La madre di Veronica (Valeria Fabrizi) continua ad insistere perché possa avere un nipotino, insinua il dubbio che il marito Mario (Alessandro Gassman in versione sciupafemmine), rappresentante di concime fertilizzante sempre in viaggio, possa avere un'altra donna, e chiede con forza un test di fertilità per ambedue. Il test tra varie proteste viene eseguito, ma a quanto pare non serve più perché Veronica rimane incinta.
Purtroppo quando i risultati del test comunque arrivano c'è una grossa sorpresa: Mario non può essere il padre in quanto infertile. Cosa può essere successo, visto che Veronica non ha memoria di tradimenti?
Tutto il film (una gustosa commedia con molto stile francese) verte sulla strepitosa silhouette di Caterina Murino, che si muove sulla scena completamente indisturbata e presente per il 90% del film. Corsicato la fa vedere rispetto alle altre donne come se fosse totalmente emancipata per meriti propri e senza pecche, di fatto anche il demerito della non prole non è suo, la parametra per esempio con l'amica Monica (Isabella Ferrari, amante caliente di Moretti in Caos calmo) che ha avuto 4 figli da 4 uomini diversi, totalmente stressata dal condurre un bar che interessa solo a lei. Anche la mamma pare avere troppi errori addosso, un matrimonio fallito e l'incomprensione per tante cose. Veronica addirittura dà la mancia al padre che non ha soldi (e non il contrario), propone e dispone e oltretutto cammina algida e statuaria come se sfilasse in passerella.
Donna decisa, bellezza da urlo, imprenditrice ma non... mamma, quando le altre molto meno realizzate socialmente sfornano figli a ripetizione. Corsicato insiste su questo tasto più volte, e fa dire al personaggio che ad un certo punto è meglio lasciar perdere ogni desiderio in questo senso.
Ma come se fosse un intervento divino beffardo (non a caso il custode, interpretato da Michele Venitucci, si chiama Gabriele) ecco spuntare un intervento indiretto ed esecrabile, favorito dalla sua abitudine a sfilare di notte per quartieri in solitario con l'incasso nel reggiseno. Citando La corazzata Potëmkin (la scena delle scale) e Via col vento («Francamente non mi interessa», Gassman con Clark Gable, con tutto il rispetto per il figlio del grande mattatore, non ha nessun paragone), si costruisce il gioco delle indecisioni e delle conseguenze, con in mezzo uno spassosissimo quadretto con delle suore che battibeccano con Veronica («L'unica rimasta incinta a quel modo è la Vergine Maria!») venendo alle mani.
Ci sono anche delle cose divertenti ed estemporanee nella fantasia della donna, come il quadro che ritrae l'annunciazione con Maria dotata di pancione, oppure un orgasmo floreale (scena che potete vedere iconizzata nel manifesto), tutte gradevoli parentesi di buon impatto.
Non aspettatevi di avere un grande pathos nello scoprire chi è il vero padre, la cosa appare chiara da subito e la sgamate in fretta, i ricordi di Veronica in flashback sono macchinosi e neppure ben articolati, ma il senso del film non è questo, nonostante a un certo punto lei prenda gli attributi e cominci un'indagine personale quanto mai improbabile. Essendo sul genere commedia, questo non stona, prende le venature del grottesco, anche perché pur in recitazioni non certo sublimi il clima rimane gradevole ed accettabile, senza sbalzi e nel generale pensiero dell'accettazione di un fatto devastante («Non figlio di un altro ma in fondo figlio tuo») come se fosse una risoluzione.
Martina Stella (più famosa per i suoi gossip che per la sua carriera d'attrice iniziata come promessa alla grande con Muccino) è sulla scena con molto civetteria e solo contorno, come i vari personaggi-comparsa intervenuti in via amichevole (Eleonora Pedron, Iaia Forte).
In definitiva una commedia gradevole ma non solo, qualche spunto più che piacevole e un insieme soddisfacente in un'ottica passatempo, che mostra il carattere di una donna manager e la voglia di maternità senza particolari cadute di tono. I maschietti in fondo non ci fanno molta buona figura in questa pellicola al femminile, sono un po' come il concime che serve a far fertilizzare il film, ma il messaggio finale che ne risulta è comunque ottimista, pur in loro presenza con i loro sbagli, in quanto senza di essi non potrebbero comunque vivere serenamente le famiglie. Di questi tempi un lavoro garbato senza eccellere in recitazioni e tecnica visiva come questo è già un buon risultato.

pubblicata su cinezone
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sandrix81

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Inviato: 08-09-2008 20:47  
quote:
In data 2008-09-07 11:04, kubrickfan scrive:
Tratto da una novella di Heinrich von Kleist.

ah bene hai risposto tu alla domanda che ho posto nell'altro topic. ma quindi la cosa è voluta... ma solo nella trama, o c'è una ricerca di una stessa drammaticità?
dai a sto punto forse lo vedrò, cercando di non tenere a mente il film che tralaltro sdoganò rohmer in italia.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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